(Dall'archivio Comunale di Orte-  dal "libro dei malefici" (libro dei debitori) 1464 -del podestà Andrea de Piccichinis da Siena )

                                          Dalla costituzione comunale al 1400

 

                                 di Letizia Tessicini  (19/09/2004)

DALLA COSTITUZIONE COMUNALE AL 1400

 

Tra i secoli XI e XII l’aumento demografico e urbanistico determinarono la formazione dei borghi sottostanti la rupe. Durante questo periodo di deve collocare l’istituzione di Orte a Comune, retto dai ceti emergenti (alta e media borghesia). Secondo alcuni storici, verso la fine del 1100 si ebbero le prime norme legislative raccolte negli Statuti. Alla metà del sec. XII si costruì il ponte fortificato sul Tevere al di sotto della rupe ortana. Questo passaggio, il primo a nord di Roma, apportò notevoli benefici in tutto il territorio e l’estensione del Comune al di là del Tevere. Nel ‘200 è documentata la presenza di San Francesco ad Orte, dove predicò e vi istituì il primo convento della regione romana. Con il diffondersi delle guerre causate dalla lotta delle investiture tra impero e Chiesa durante il XIII sec., Orte si schierò con la parte guelfa, entrando nella nota politica di alleanze e di scontri con le città vicine. Dalla prima metà del del sec. XIV, la città attraversò uno dei periodi di maggiore splendore economico ed architettonico. A seguito dei traffici commerciali, la città aumentò la propria popolazione, soprattutto nel borgo di San Giacomo, sotto la rupe a ridosso del porto ortano e più a sud nel porto di S. Lucia. Luoghi di incontro di persone e merci, questi siti erano dotati di servizi di trasporto fluviale con Roma. La città si estendeva sulla sommità della rupe attraverso un’edilizia che sfruttava ogni spazio. Ai viandanti Orte appariva con le facciate della case erette al limite degli speroni rocciosi e unite tra loro attraverso una continuità di archi come un bastione difensivo in muratura. Al suo interno, tra le strette vie e le piazze che si aprivano improvvise, pulsava la vita commerciale, e politica. Orte in quel periodo immetteva sui propri mercati la produzione agricola e l’allevamento che veniva da suo vasto “tenimentum Orti” e dai prodotti grezzi o semilavorati come pellami, canapa e lino. Il Comune era governato da un Podestà e dai Priori; nel 1343 si ebbe la prima approvazione ufficiale degli Statuti. La posizione strategica e la dinamicità commerciale potenziata dall’attività creditizia esercitata dai vari gruppi ebraici, facevano di Orte un importante centro economico. Le numerose porte cittadine situate sulla rupe, Porta Franca a nord-ovest, Porta delle Arci a nord, Porta Cavata sul versante occidentale, Porta S. Agostino e Porta dell’Ospedale a sud-est ed infine Porta Cesarea ad est, ancora oggi visibile, controllavano ogni accesso. Tutta la città era attraversata da una via principale. La “Platea Sancte Marie”, ossia l’odierna p.zza della Libertà, era il centro religioso, politico ed economico della città. Le grosse catene visibili sulle vie che sfociano in piazza, venivano usate per motivi di sicurezza durante le giostre con animali liberi, ma indicavano anche lo spazio della piazza entro cui qualsiasi reato era punito con il doppio della pena. Questo livello di prosperità, che ad Orte aveva comportato un aumento demografico pari a circa 5000 persone, venne improvvisamente interrotto dal flagello terribile della Peste Nera nel 1348 e non successivamente raggiunto. Con la politica di restaurazione pontificia intrapresa dal card. Albornoz, ad Orte fu riedificata nel 1366 la Rocca e il vescovo ortano Nicola Roberteschi venne nominato vice legato per la Sabina.